Il Rapporto 2010 stima un calo del 7,6% per l’edilizia nel 2010, ma indica anche le soluzioni per la ripresa

Tra il 2008 e il 2010 il fatturato delle aziende del settore dell’edilizia è calato del 17,3%, con una perdita di ricchezza per l’Italia di 68 miliardi di euro tra il 2007 e il 2010. Dall’inizio della crisi i posti di lavoro persi nel settore delle costruzioni sono oltre 250mila, e altri 250mila sono a rischio nel 2011.

È questo il quadro della situazione tratteggiato dalRapporto 2010 di Federcostruzioni, presentato oggi nella sede dell’Ance. Per il settore delle costruzioni il Rapporto prevede per il 2010 un nuovo calo del 7,6%, ma a soffrire di più nel corso di quest’anno “sarà la produzione di laterizi con una diminuzione che sfiora il 12% e che si va ad aggiungere al 32% in meno del 2009. Solo relativamente meglio, pur restando un andamento negativo, per le piastrelle con un -1,2% e per la chimica: -1,5%”. Per il vetro si prevede un +6,2%, mentre la crescita sarà più bassa per i comparti elettronico ed elettrotecnico (+0,6%) e il legno-arredo (+1%).


Buzzetti: abbandonato un settore nevralgico

Secondo Paolo Buzzetti, presidente dell’Ance e di Federcostruzioni, “si sta assistendo all’abbandono di un settore nevralgico per la nostra economia che dal gennaio 2009 a giugno 2010 ha perso più di 250mila addetti, di cui 180 mila nelle costruzioni, 24mila nel comparto dei servizi all’ingegneria e alla progettazione e 46mila tra le imprese produttrici di materiali, macchine e tecnologie”. Per il 2010 il vicepresidente di Federcostruzioni, Andrea Negri, prevede che “in assenza di provvedimenti del governo, per le nostre imprese la perdita di fatturato sarà ancora due cifre, intorno al 12-13%, che si va ad aggiungere al 17,3% già lasciato sul terreno”. Sul fronte dell’occupazione, per il 2011 si stimano “circa 250mila addetti espulsi, che vanno aggiungersi agli attuali”, arrivando così a “un bilancio di mezzo milione di posti di lavoro persi complessivamente” alla fine del 2011.


Gli ostacoli al rilancio del settore

Il Rapporto di Federcostruzioni indica come ostacoli al rilancio del settore una serie di “fattori di criticità”, come una “struttura imprenditoriale frammentata e di troppo piccole dimensioni”, la scarsa trasparenza del mercato, lo scarso sostegno alle imprese che operano all’estero, ma anche “il malcostume del ritardo dei pagamenti da parte delle amministrazioni pubbliche, una situazione insostenibile e suicida perché uccidendo le imprese si uccide il Paese”.


Modificare il Patto di stabilità

Secondo il Rapporto, per far ripartire il settore delle costruzioni bisogna modificare in modo strutturale e rapidamente le regole del Patto di Stabilità interno, “che attraverso il sistematico ritardo nei pagamenti sottrae liquidità alle imprese impegnate nella realizzazione delle opere pubbliche”. Inoltre, per snellire i pagamenti alle imprese da parte della pubblica amministrazione andrebbero coinvolte la Cassa Depositi e Prestiti e la Sace “per ristabilire un più giusto equilibrio dei diritti e dei doveri da parte di tutti”.


Sbloccare i fondi per le infrastrutture

Il Rapporto ricorda che il Governo non ha ancora sbloccato gli 11,3 miliardi di euro deliberati dal Cipe a giugno 2009 per le infrastrutture. “A distanza di quasi un anno – recita il Rapporto – le ricadute sul mercato delle nuove opere sono praticamente nulle (solo 30 milioni di euro affidati). Manca almeno la metà delle risorse di cassa necessarie per realizzare il Piano e non si fa neanche chiarezza sull’utilizzo delle risorse che ci sono”. Si resta ancora in attesa, ricorda Federcostruzioni, “anche dell’avvio dei programmi di opere medio-piccole dotati complessivamente di 3,4 miliardi di euro”.


Marcegaglia: subito investimenti nell’edilizia

“È arrivato il momento in cui non è più possibile continuare a tagliare gli investimenti seppur nel rispetto del Patto di Stabilità e dei vincoli UE. Non possiamo tagliare gli investimenti e in particolare nel settore delle costruzioni: su questo la preoccupazione c’è ed è forte”. Lo ha dichiarato la presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, intervenuta in videoconferenza alla presentazione del Rapporto 2010 di Federcostruzioni. “Se riusciamo a supportare il settore delle costruzioni – ha detto la Marcegaglia – ci saranno effetti rilevanti anticiclici, per la funzione di traino che questo settore può avere. Perché avere una spesa aggiuntiva pari a 100 sulle costruzioni, può avere una ricaduta di 300 sull’intera economia”. Infatti, sottolinea la presidente di Confindustria, “senza investimenti il paese non esce dalla trappola della bassa crescita”.

Fonte: casaeclima

 

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