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Le colpe dei figli ricadono sui genitori anche quando sono maggiorenni se sono stati educati male. Questo in sostanza il principio sancito dalla sentenza n. 63/2020 della Corte d’Appello di Catanzaro che ha condannato i genitori di alcuni minori a risarcire i danni provocati dalla violenza sessuale perpetrata a danno di una tredicenne, anche se nel frattempo, dall’epoca dei fatti, i figli sono diventati maggiorenni.

I genitori, in base all’art. 2048 c.c., sono responsabili per il danno cagionato dal fatto illecito del figlio minore, che abiti con essi, salvo che provino di non aver potuto impedire il danno. In relazione a tale responsabilità, spetta al danneggiato di provare che il fatto illecito è stato commesso dal minore e che da detto fatto illecito è conseguito un danno; viceversa, i genitori, che intendano sottrarsi alla presunzione di responsabilità, devono provare di aver osservato i precetti imposti dall’art. 147 c.c. in relazione ai doveri dei genitori verso i figli e, in particolare, in relazione al loro dovere di educazione. Devono, pertanto, dimostrare di avere dato al figlio una buona educazione e di aver esercitato su di lui una vigilanza adeguata, il tutto in conformità alle condizioni sociali e familiari, nonché all’età, al carattere e all’indole del minore. L’inadeguatezza dell’educazione impartita e della vigilanza esercitata su un minore può essere desunta, in mancanza di prova contraria, dalle modalità dello stesso fatto illecito, che ben possono rivelare il basso grado di maturità e di educazione del minore, conseguenti al mancato adempimento dei doveri incombenti sui genitori.

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